INCENDIO NAVE CARGO IN SRI LANKA, UN DISASTRO AMBIENTALE CHE METTE A RISCHIO LE BIODIVERSITÀ MARINE

 

Lo scorso 20 Maggio ’21 si è verificato al largo delle coste dello Sri Lanka l’incendio di una nave cargo, a seguito del quale il 2 giugno ha iniziato ad affondare riversando in acqua diverse tonnellate di carburante e microplastiche.

La nave era partita dal porto di Hazira, in India, e stava navigando al largo della costa occidentale dello Sri Lanka per rientrare a Singapore, dove era registrata.

 

 

La nave era ancorata a circa 17 chilometri al largo del porto di Kepungoda – una ventina di chilometri a nord della capitale Colombo – e aveva cominciato ad affondare nelle prime ore di mercoledì mattina: una squadra di soccorso aveva provato a trascinare il relitto più al largo per limitare i danni, ma senza successo.

 

 

Nonostante i tentativi di contenere il più possibile la catastrofe ecologica, come si evince anche dalle foto aeree, gli effetti del disastro ambientale sono già visibili.

Non solo il petrolio rilasciato dallo sversamento, ma anche sostanze trasportate a bordo indicate come ‘carico tossico’ minacciano l’ecosistema marino della zona. A questi si aggiungono le tonnellate di microplastiche finite in mare, i cui granuli si sono depositati sulle coste e per cui migliaia di soldati si sono attivati al fine di rimuoverli. 

Le conseguenze dell’incidente non si fanno attendere: sulle spiagge non si contano le specie marine morte avvelenate.
Inevitabile è stato il divieto di pesca attivo in un raggio di 80 chilometri dalla costa che ha colpito duramente le famiglie locali che vivono di pesca.

Le cause dell’incendio sono ancora sconosciute, il governo ha però assicurato che gli eventuali responsabili saranno individuati e che intraprenderà un’azione legale contro i proprietari della nave per chiedere un risarcimento.

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